Walden, ovvero la vita nei boschi

DI  H.D.THOREAU

Inizio a scrivere quelle che più che recensioni, considererei pubblicità progresso. In questo nostro superficiale secolo XXI, leggere un libro DAVVERO bello, o DAVVERO importante, o ancora meglio se entrambi, sembra ormai rimasto un dotto passatempo per pochi eletti. Il sottoscritto invece è la testimonianza vivente di come anche i comuni mortali, ignoranti e plebei, possano apprezzare una grande lettura.

Tengo a precisare, come secondo noioso preambolo, che per me Margaret Mazzantini non è leggere. Clive Cussler, thriller svedesi e compagnia, non è neanche guardare le figure. Disistimo con tutto il cuore le velleitarie disquisitio letterarie di chi parla di libri e include giornaletti come quelli sopracitati nella categoria.

E come potrei non iniziare dal libro che dà il nome al mio blog?

Visto che mi sono già dilungato troppo, sintetizzo in una parola: ATTUALE.

Non aggiungo inutili dettagli, per i quali ci sarà tempo, che molte delle sue pagine ispireranno i miei interventi.

Leggetelo!

1 Commento

Archiviato in Ho letto

L’altrui mestiere

Ho già scelto da anni il mio modo di Dare, e ovviamente sono certo del fatto che sia il migliore, altrimenti lo avrei già cambiato.

Stimo profondamente però anche coloro che hanno preso strade diverse, con idee diverse, ma con lo stesso fine: dare un senso alla propria vita, vita di essere umano, e portare sacchi di sabbia agli argini del fiume di indifferenza ed egoismo che è la nostra società, alimentato dalla pioggia della malvagità di chi controlla oggi politica, economia, religione e media.

Guardo con ammirazione a chi lotta in mezzo a questa alluvione, persone che hanno prima ascoltato la propria coscienza, tenendola viva, e poi hanno agito, concretamente.

Che quasi tutte le “cose necessarie” all’uomo medio del ventunesimo secolo, le hanno considerate come “tanti rifiuti”, votandosi in toto a una causa più elevata che la mera sopravvivenza. Che hanno fatto sacrifici, quelli veri, perchè fatti a fondo perduto. O perlomeno, con l’unico guadagno di un’etica morale coerente e pulita, nei limiti imposti dall’imperfezione umana. Un tesoro che la tignola e la ruggine non consumano.

Persone speciali, che se provassi ad imitare, mi ritroverei a fare la proverbiale “zuppa nel paniere” da cui il titolo di questo breve scritto.

Persone come Juliano Mer Khamis e Vittorio Arrigoni.

Avete dato l’esempio a modo vostro. Io lo seguo a modo mio. Alla fine, sono sempre sacchi di sabbia.

Arrivederci Vik, a quando il Sole tornerà a splendere.

2 commenti

Archiviato in Gateaux

Puntualità

C’è anche chi in certe canzoni qualunquiste non si ritrova, e che vive con gratitudine giorni e notti che per altri sono insignificanti.

La felicità per costoro è come acqua, e ogni cosa bella attorno a loro è come una spugna imbevuta che aspetta solo di essere presa e strizzata.

E’ possibile quindi che una corsa sotto un acquazzone per andare a prendere l’auto, la si faccia sorridendo come bambini su una giostra, e che si parcheggi sul bordo della strada per godersi i giochi di luce del sole al tramonto sulle nuvole, anche se magari si arriverà in ritardo a chissà quale appuntamento. Quando la vita ci dà occasione di improvvisare un attimo di semplice respiro, dovremmo essere puntuali con lei. Cosa ricorderemmo altrimenti di queste nostre giornate?

“Dio ha messo la felicità in ogni cosa…”

Lascia un commento

Archiviato in Gateaux, Lord Byron

Souvenirs da una vita precedente – 1

Questo slideshow richiede JavaScript.

Lascia un commento

Archiviato in Trip notes

Salar de Uyuni

Lascia un commento

Archiviato in Lord Byron

Coltiva il tuo giardino

 

Dedicarmi all’orto dietro casa mi fa vivere emozioni positive e contrastanti: una calma Zen da un lato, un’eccitazione per le nuove piccole scoperte dall’altro; la soddisfazione per il risultato a breve termine, poi l’ottimismo in preparazione, anche botanica, di grandi obiettivi.

Un uomo prima o poi deve imparare a coltivare la terra.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Lascia un commento

Archiviato in Lord Byron

Il voto

Mettere una croce su un simbolo di partito è un atto simbolico: un essere umano, con tutta la sua vita, la sua storia, i suoi pensieri e sentimenti, sceglie in quel momento da chi farsi rappresentare. E in modo relativo, da chi farsi controllare, poichè sarà poi il vincitore di una elezione a fare le leggi che varranno per tutti.

Ma se simbolicamente un voto sembra essere più importante di una spesa al supermercato, a livello pratico non lo è.

Il vincitore delle elezioni in un paese normale avrà sempre dei limiti a quello che potrà fare, limiti imposti tanto dall’alto delle entità più o meno ufficiali a lui superiori, quanto dal basso, dovrà cioè mostrare almeno un po’ di rispetto nei confronti di chi lo ha votato, se vorrà mantenere quei voti. Persino i dittatori, che non sono soggetti ai verdetti delle urne, se tirano troppo la corda si assoggettano a verdetti spesso più definitivi e radicali, quelli delle piazze, chiedetelo a Luigi XVI, o anche solo a Ben Ali.

Ora, quando si compra un prodotto, si contribuisce al potere economico di chi lo produce, anche se in maniera minima, esattamente come un singolo voto è infinitesimo rispetto alla massa. Ma della somma di queste piccole frazioni, politica ed economia mondiali sopravvivono, rispettivamente del nostro voto e dei nostri soldi, sì, proprio dei nostri, il singolo voto e il singolo euro di noi comuni mortali.

Il voto lo si può cambiare, se delusi, aspettando le elezioni successive. Ma il denaro, una volta speso, non possiamo riprendercelo. Non ci appartiene più. E quindi può essere utilizzato da chi se lo è preso nel modo che vuole, con una discrezionalità totale, e senza doverne rendere conto a me. Con quel denaro può anche comprarci il proiettile con cui uccidermi.

In pratica, do’ più potere nelle mani di qualcuno quando faccio acquisti, piuttosto che quando voto.

Faccio più attenzione a cosa compro ultimamente.

Perchè non posso indignarmi per un politico che se ne esce con una boutade razzista (verba volant!), e poi mettere in tavola, per trent’anni di fila ogni giorno, il prodotto di un’azienda con cause per lesioni dei diritti umani in 12 paesi diversi.

Non posso neanche chiudere gli occhi e dirmi che così non vivo più, perchè in fondo sono tutti uguali. Devo fare una scelta consapevole. Perchè è vero, in fondo dietro a ogni prodotto che trovo al supermercato ci sarà sempre qualche “passaggio oscuro”, fossero anche i turni massacranti a cui viene sottoposta la cassiera interinale che me lo fa pagare, come anche ogni partito politico umano e imperfetto ha e avrà sempre magagne innegabili, sia ideologiche che sostanziali. Ma il voto si può anche non dare a nessuno, si può scegliere di sostenere una futura società migliore non portata da esseri umani. I miei soldi invece, finchè vivo in questa società, devo per forza spenderli.

In politica posso restare neutrale. Al supermercato, mi turo il naso e compro il meno peggio.

1 Commento

Archiviato in Gateaux

Work in progress – 1

Un primo mattone, un po’ di musica, godersi il sole con le piante…

Lascia un commento

Archiviato in Non sostare sotto i ponteggi, Un blog... autoimmune